il settecento aborriva i toni saccenti e pomposi: e con una leggerezza volutamente settecentesca questo libro affronta di quel secolo la storia di attori, cantanti, ballerini e del loro pubblico. con leggerezza e anche con una non velata nostalgia, per un`epoca spiritosa e fiduciosa come fu quella precedente la rivoluzione. protagonista e` il deciso affermarsi di una figura il teatrante - fino a poco prima disprezzata e emarginata, colpita dall`anatema della chiesa e dalla repressione dell`ordine pubblico, poi a poco a poco emergente nelle cronache, nei salotti e nei luoghi che contano, sempre piu` ricca vezzeggiata e influente. naturalmente, la presa dell`attrice e dell`attore sulla societa` avveniva anche sul piano frivolo: si era seguiti e ascoltati, oltre che per la bravura sul palcoscenico, per l`eccentricita` giu` dal palcoscenico, per la quantita` e la qualita` degli amanti, per il tenore della vita e delle spese, per l`ostentazione magnifica del capriccio, per la spregiudicatezza del libertinaggio, per la sottigliezza della battuta feroce. e quindi, il miglior punto d`osservazione della carriera del teatrante in societa` e` quello del "che cosa dice la gente", del pettegolezzo e della fama. cosi` il libro sceglie una serie di inquadrature provenienti dal gossip e dalle cronache dell`epoca: gazzette, fogli clandestini, pamphlet vietati, memorie segrete, relazioni, verbali di polizia, processi, epistolari che restituiscono ral lettore la cosa piu` preziosa di un quadro d`ambiente storico: l`atmosfera. |