nella calma dello spogliatoio, poco prima dell`inizio del torneo olimpico di tennistavolo, l`inglese matthew syed si concentra su quello che sente come l`incontro piu` importante della sua carriera: ripassa la tecnica dei colpi, pensa al movimento delle gambe, al dettaglio dei gesti per recuperare la posizione d`equilibrio subito dopo il servizio. poi, glaciale, si presenta al tavolo per affrontare il suo primo avversario, il tedesco peter franz. sotto gli occhi di un palazzetto incredulo e di un numero non trascurabile di spettatori televisivi (e` tennistavolo, ma e` pur sempre un`olimpiade), il povero matthew viene battuto dal suo ancora piu` incredulo avversario per 21-4, 21-8, 21-4. matthew syed non e` un giocatore qualsiasi, e` campione del commonwealth ed e` universalmente riconosciuto tra i piu` spettacolari del mondo. cos`e` successo? tenderemmo a pensare che sia l`eccessiva pressione la causa della de`ba`cle, e in parte c`entra, ma la risposta e` un`altra. e arriva dalla psicologia cognitiva. in un saggio sempre in bilico tra umorismo e suspense come le pagine migliori dei suoi romanzi, marco malvaldi scioglie questo e molti altri enigmi, ripercorrendo la storia dello sport sulle tracce di lanci, tiri e salti impossibili, con lo spirito di scoperta del vero uomo di scienza. |