questo testo, rivolto a studenti universitari, psicologi, psicoterapeuti, psicoanalisti, psichiatri, riflette sul rapporto fra la crisi dei contenitori del soggetto e i suoi disagi psichici: la crisi del campo familiare e la sfiducia nelle ideologie hanno favorito una massificazione della persona che assume in toto gli stati mentali di massa, che allontanano il "negativo" o le esperienze soggettive, per identificarsi in inautentico tutto "positivo". la rimozione del concetto di morte, grazie ad un`ipertrofia tecnoscientifica, lascia la persona incapace di sapere perche` soffre o tuttalpiu` la spinge a trovare "farmaci" da cui dipendere per difendersi dal dolore ritenuto inaffrontabile. le esperienze di gruppi di genitori, gruppi multifamiliari, gruppi e`quipe, gruppi allargati istituzionali (large group), sedute di gruppo monosintomatico per pazienti anoressico-bulimiche presenti nel testo danno conto di uno studio della crisi della famiglia. con una costante attenzione al rapporto tra psicopatologia e cultura - anche grazie a una pluralita` di riferimenti (da bion a pasolini e gaber) - l`autore propone esperienze cliniche di sistemi di cura innovativi, volti a trasformare il dolore e l`autodistruttivita`, spesso trasmessi fra generazioni consciamente o inconsciamente, in una crescita e in un confronto fra gli "altri" provenienti da altre culture e "noi" occidentali. |