sono decenni, ormai, che la resistenza e` sottoposta a uno scrutinio costante da parte di storici, ma anche di giornalisti e opinionisti. e se una volta poteva essere provocatorio fare le pulci al mito dei partigiani e parlare di guerra civile mettendo sullo stesso piano le fazioni in lotta, oggi molta di questa vulgata e` diventata un sottofondo dato quasi per scontato. il rischio e` che ci dimentichiamo, e le giovani generazioni non sappiano mai, quanto di nobile, puro e davvero all`altezza del suo mito c`e` stato nella lotta partigiana. nel settantesimo anniversario della liberazione, giovanni de luna ha voluto mettere di nuovo a punto un`immagine della resistenza che si stava offuscando. con grande efficacia, de luna ha scelto una storia, un luogo, alcuni personaggi: un castello in piemonte, una famiglia nobile che decide di aiutare i partigiani, la figlia piu` giovane, leletta d`isola, che annota sul suo diario quei mesi terribili ma anche meravigliosi in cui comunisti e monarchici, aristocratici e contadini, ragazzi alle prime armi e ufficiali dell`ex esercito regio lottarono, morirono, uccisero per salvare la loro patria, la loro liberta`, il futuro di una nazione intera. mesi in cui, tra il cortile della sua villa di famiglia e le montagne tutt`attorno, si formo` veramente quell`unita` che diede origine al mito della resistenza. |