siamo all`inizio del secolo scorso. la promessa sposa e` giovane, arriva da lontano, e la famiglia la accoglie, quasi distrattamente, nella elegante residenza fuori citta`. il figlio non c`e`, e` lontano, a curare gli affari della prospera azienda tessile. manda doni ingombranti. e la sposa lo attende dentro le intatte e rituali abitudini della casa, soprattutto le ricche colazioni senza fine. c`e` in queste ore diurne un`eccitazione, una gioia, un brio direttamente proporzionale all`ansia, allo spasimo delle ore notturne, che, cosi` vuole la leggenda, sono quelle in cui, nel corso di piu` generazioni, uomini e donne della famiglia hanno continuato a morire. il maggiordomo modesto si aggira, esatto, a garantire i ritmi della comunita`. lo zio agisce e delibera dietro il velo di un sonno che non lo abbandona neppure durante le partite di tennis. il padre, mite e fermo, scende in citta` tutti i giovedi`. la figlia combatte contro l`incubo della notte. la madre vive nell`aura della sua bellezza mitologica. tutto sembra convergere intorno all`attesa del figlio. e in quell`attesa tutti i personaggi cercano di salvarsi. |