dopo anni di faticoso equilibrismo, tra un articolo e un lavoretto, nathaniel piven ce l`ha fatta. ha appena firmato un contratto per pubblicare il suo primo romanzo, ma soprattutto ha scoperto che quelle qualita` che l`avevano condannato a un`adolescenza di scatenate letture e altrettanto scatenate sessioni di autoerotismo, oggi l`hanno trasformato in un desiderabile trentenne sul mercato sentimentale della scena letteraria di new york. ragazze che non l`avrebbero degnato di uno sguardo al liceo, ragazze colte, raffinate, "che leggono svevo in metropolitana" e che potevi incontrare alle feste dell`editoria, adesso lo trovano interessante, e le occhiate di cui si scopre oggetto mentre e` a cena in un ristorantino di brooklyn, o al mercatino a chilometro zero, si moltiplicano. ma nate e` "il prodotto di un`infanzia post-femminista negli anni ottanta e di un`istruzione universitaria politicamente corretta negli anni novanta", e la sua ipersensibile, iperattiva, iperprogressista coscienza sa come si tratta una donna, come non ci si approfitta dei privilegi che una societa` ingiusta ancora concede agli uomini. o almeno cosi` crede lui. l`incontro con hannah, anche lei aspirante scrittrice, una ragazza intelligente, autonoma, mettera` nate di fronte a una persona che non e` disposta a lasciarsi incasellare. o almeno cosi` crede lei. |