nel nostro paese si gioca a calcio dai tempi in cui federico nietzsche bacio` un cavallo a torino. e, in quegli anni, una certa dose di follia e uno spirito anticonformista erano necessari anche per rincorrere in calzoncini una palla, sforzandosi di applicare le regole d`uno sport britannico chiamato association football. quel gioco, per noi, e` diventato nel tempo una faccenda maledettamente seria. cosi`, se si volesse eleggere un `padre del calcio italiano` non ci si accordera` mai: il vogatore bosio o il visionario duca degli abruzzi? herbert kilpin, il viscerale figlio del macellaio, o il compassato medico spensley che, al peggio, imprecava in sanscrito? per certo, furono tutti pionieri, e il gioioso contagio, originato a torino e genova, raggiunse ben presto ogni citta` del paese, dando vita a squadre, competizioni e rivalita` che ancor oggi infiammano i cuori. ripercorrere l`infanzia del calcio comporta un viaggio emozionante ai confini del mito: qui si raccontano gli anni d`oro di genoa, pro vercelli e bologna, e i primi trionfi di milan, juventus e inter. si narra del caleidoscopio delle squadre attive a roma, firenze e napoli all`alba del xx secolo, e degli esordi della nazionale; di esotiche tourne`e, scissioni e disordini di piazza; di atti d`eroismo e burle indimenticabili e, ancora, di come il `meraviglioso giuoco` sopravvisse all`inaudito massacro della grande guerra, per divenire fenomeno di massa nella prima, turbolenta, meta` degli anni venti... |