pedinare, raccogliere indizi, confrontare le prove. e poi spaccarsi la testa su un caso fino all`alba, quando gli occhi bruciano e la schiena fa male. non sono scene da thriller, ma pagine appassionate dell`autobiografia di michele giuttari, racconto fedele e spietato di un trentennio del nostro paese e del vero lavoro di un poliziotto: una strada difficile, punteggiata di lotte e momenti bui ma anche di gioie e grandi soddisfazioni. tutto comincia nel 1978 in sardegna, tra "disamistade" e sequestri, per poi arrivare alla calabria, dove giuttari ha affinato le sue capacita` investigative tra omerta` e minacce, `ndrangheta e rapimenti. fino al periodo toscano, macchiato del sangue delle vittime del mostro di firenze. sono storie di terrore collettivo, quelle su pacciani e i "compagni di merende". eventi incomprensibili ai quali giuttari ha provato a dare un senso, a muso duro contro ricostruzioni utilitaristiche e punti di vista talvolta discutibili dello stato e delle forze dell`ordine; opponendosi alla "pista sarda" e all`ipotesi del serial killer solitario, ripartendo ogni giorno da capo per trovare una logica in un racconto sfilacciato e chiamando in causa personaggi intoccabili, troppo scomodi per un paese che ha preferito accontentarsi di una mezza verita` piuttosto che rompere equilibri di facciata. ma giuttari, rigoroso e caparbio, non ha mai smesso di credere negli uomini e nello stato, e ha scelto di confessare tutto, raccontando la sua storia senza omettere nulla... |