insieme all`osservazione complice e ardente della vita in ogni sua forma, dalla piu` pura alla piu` perversa, cio` che non ha mai smesso di attirare baudelaire, di ferirlo, di colmarlo di sofferenza e di volutta`, e` stato lo spettacolo intimo e crudele della propria angoscia, della propria solitudine, del proprio immenso e immensamente insoddisfatto bisogno d`amore. la noia, lo spleen, non sono atteggiamenti snobistici o estetizzanti, ma simboli esatti e spaventosamente sinceri della condizione esistenziale di un uomo profondamente attaccato alla vita, che tuttavia non ha potuto ne` voluto sottrarsi alla certezza di essere un escluso, un disadattato, un oggetto di incomprensione e di scherno. introduzione di giovanni macchia, con una nota di giovanni raboni. |