smartphone, tablet, notebook, console da gioco e computer da tavolo sono oggi il simbolo del progresso, della liberta` e della creativita`. il luccicante individualismo creativo sembra lontano anni luce dalle fabbriche dell`era industriale. questo libro, frutto di un ampio lavoro di ricerca, documenta come tale lontananza, in realta`, sia solo illusoria. gli strumenti elettronici sono prodotti alle catene di montaggio, in larga parte in cina, da milioni di giovani lavoratori e lavoratrici provenienti dalle aree rurali piu` povere del paese. la tecnologie elettroniche degli imprenditori di se` dipendono dunque dal sudore di masse operaie irreggimentate. la creativita` degli uni si regge sul lavoro piu` anonimo e invisibile degli altri. nel caso della foxconn, la piu` grande multinazionale di assemblaggio di componenti elettronici, balzata alla cronaca negli ultimi anni per una serie di suicidi che hanno coinvolto i suoi dipendenti, le condizioni e i ritmi di lavoro, gli orari e i turni massacranti, le ferie impossibili e le basse retribuzioni, disegnano una realta` che stride enormemente con l`immagine dei campus in cui si progettano i nuovi "gioielli" dei maggiori marchi dell`elettronica. accanto a una approfondita analisi delle condizioni di vita e di lavoro nelle fabbriche dislocate in cina, il volume propone due contributi sulle esperienze lavorative nella repubblica ceca e in polonia. |