in un paese come il messico, straziato dalla poverta`, per molte famiglie contadine il mondo del narcotraffico e` spesso l`unico mezzo per sopravvivere. i figli dei campesinos vi entrano in contatto da bambini, perche` le loro piccole mani sono "perfette" per la raccolta di cannabis, coca e oppio, e per l`incisione dei papaveri da cui far sgorgare la goma, ossia l`eroina. anabel herna`ndez, giornalista messicana nota per le sue inchieste coraggiose e scomode che da anni la costringono a vivere sotto scorta, era partita proprio da un`indagine sul lavoro minorile nelle piantagioni. poi, a mano a mano che si addentrava negli sperduti villaggi della sierra madre, nel nord del paese, nel regno dei narcotrafficanti, si e` trovata a fare i conti con una realta` ben piu` drammatica e sconvolgente: i complessi rapporti tra i vari cartelli che gestiscono il traffico degli stupefacenti sono sfociati in una vera e propria guerra che in soli sei anni ha fatto sessantamila morti. intervistando centinaia di persone, analizzando documenti e conducendo lunghe e laboriose ricerche sul campo, l`autrice e` riuscita non solo a raccogliere moltissimi particolari inediti sui maggiori boss del traffico internazionale di droga, ma anche a smascherare i tanti personaggi insospettabili, uomini d`affari, politici, poliziotti e addirittura importanti funzionari pubblici, ben disposti a riciclare il denaro sporco o a garantire l`impunita` dei criminali. prefazione di roberto saviano. |