cresciuti negli anni ottanta, troppo giovani per il vinile ma troppo vecchi per la rete, eternamente in attesa, i quarantenni di oggi sfoggiano miti cosi` educati da passare inosservati: hanno sostituito che guevara con l`uomo tigre, martin luther king con il professor keating de l`attimo fuggente, la rivoluzione con la desolazione. condannati all`equilibrismo, in perenne fuga per il pareggio, protestano, mugugnano, ma alla fine si assolvono. e spesso si rassegnano a bordo campo, "come quei calciatori che entrano nei minuti di recupero e neanche toccano palla". in un ritratto impietoso e autoironico interamente aggiornato per questa edizione con un nuovo capitolo introduttivo e una riflessione sul governo renzi - andrea scanzi racconta sogni e tic, traumi e ambizioni della "generazione di mezzo". e oggi che i nati negli anni settanta stanno arrivando al potere, l`autore fa emergere la loro incapacita` di rompere davvero gli schemi, di uscire dal falso rinnovamento del "gattopardismo 2.0". perche`, alla fine, "anche quando sembra alzarsi dalla panchina, la mia e` una generazione che si caratterizza per il moto apparente. e un tempo in apparenza nostro, ma in realta` sempre loro. e un appalto non subito, ma inseguito. `non e` tempo per noi, e forse non lo sara` mai`: per scelta nostra, piu` che per costrizione altrui". |