una mattina, leggendo il giornale, tanizaki e` colpito dalla foto di un attore seduto su una veranda nei panni di un samurai. osservandolo meglio, scopre che con impercettibili accorgimenti e controllando la respirazione e` riuscito a produrre una forma circolare, che parte dal collo e dalle spalle e prosegue lungo le maniche: "sembrava che se ne stesse seduto li` per caso, e invece obbediva alle regole del kabuki, sicche` persino le pieghe del suo kimono si distinguevano le une dalle altre in maniera del tutto naturale". solo la maestria - una perizia tecnica che si acquisisce grazie a un lungo, arduo tirocinio - puo` condurre a esiti di cosi` sublime eleganza. arte come sacrificio e dedizione, dunque, come opera "ben fatta", per il puro piacere della perfezione. in un gioco di contrasti e dissolvenze fra mondo passato e moderno, orientale e occidentale, tanizaki ci offre un`inedita visione di pittura, letteratura, teatro e cinema e - in un dialogo intessuto di rimandi e corrispondenze fra continenti, epoche e stili - evoca un`arte universale, capace di coinvolgere l`anima e il corpo e non solo l`intelletto. nel contempo, ci svela la sua poetica: l`ammirato tributo ai valori dell`umilta` e della perseveranza con cui gli orientali percorrono la via dell`arte affinando tecnica e talento, la commossa evocazione dell`antica poesia giapponese, l`entusiasmo per la forza espressiva del cinema tedesco e l`analisi del genio smart di chaplin, la passione per goethe e schnitzler e le riserve su balzac. |