nel pacifico meridionale, a ottocento chilometri dalla costa del cile, c`e` un`isola vulcanica dalle inaccessibili pareti verticali, lunga undici chilometri e larga poco piu` di sei, popolata da milioni di uccelli marini e da nessun essere umano. si chiama masafuera, "piu` lontana". spinto da quell`inquietudine che solo certi viaggi riescono a placare, jonathan franzen, qualche mese dopo l`uscita di "liberta`", decide di raggiungere masafuera e trascorrervi alcuni giorni. insieme a lui soltanto una tenda, un gps presto inutile, una copia di robinson crusoe e le ceneri di un amico morto suicida. nella solitudine, non priva di avventurose e quasi mortali complicazioni, franzen fara` i conti con cio` che lega l`isolamento e il romanzo (il genere che insegna "come stare soli"), la modernita` tecnologica con la sua valanga di stimoli superflui e la noia quale passaggio indispensabile per trovare se stessi. ma fara` anche i conti con il lutto, la perdita e la necessita`, dolorosa, di parlare con i propri fantasmi. sia che raccontino di animali in pericolo e della minaccia che l`umanita` rappresenta per la loro sopravvivenza, di come cellulari, internet e social network trasformino i rapporti interpersonali, di amici o di maestri, le ventuno riflessioni che compongono "piu` lontano ancora", non importa se in forma di saggio, ricordo autobiografico o reportage, affrontano tutte lo stesso problema di fondo: come rimanere umani. |