l`interpretazione della storia dell`italiano si e` a lungo fondata sulla cesura tra lingua letteraria e dialetti: da un lato raffinati cesellatori della pagina, dall`altro una schiera di rozzi interpreti degli idiomi locali. utilizzando studi recenti e commentando numerosi documenti, anche inediti o rari, questo libro di enrico testa propone una visione radicalmente diversa e prospetta l`esistenza, nel corso dei secoli, di una terza componente: un italiano di comunicazione dalla vita nascosta, privo di ambizioni estetiche ma utile a farsi capire. uno strumento linguistico spesso trasandato che, basato su una forte stabilita` di strutture e su un`identita` di lunga durata, ha permesso, sotto la spinta di bisogni primari, il concreto definirsi di rapporti tra scriventi (e parlanti) di luoghi e statuti sociali diversi. a comporre questo inconsueto quadro linguistico e culturale sono convocati qui numerosi personaggi, infimi e noti: streghe e servitori, mezzadri e parroci di campagna, mercanti, dragomanni e pescivendoli, mugnai e sovrastanti, briganti e soldati, ma anche catechisti e maestri d`abaco, monache, vescovi e santi insieme a famosi letterati che, nel disbrigo delle loro faccende quotidiane, non esitano a ricorrere a una semplicita` comunicativa contigua al mondo subalterno. un`avventura o percorso nella storia della nostra lingua che consegna al lettore un panorama complesso e iridescente, folto di forme intermedie e in chiaroscuro. |