"di interviste ad andrea camilleri e` affollato il mondo del giornalismo e della televisione; di tesi di laurea sulla sua opera sono colmi gli scaffali degli atenei, cosi` come quelli delle biblioteche per quanto concerne libri confessione, ponderose sintesi biografiche, quadri di sicilianita` e quant`altro. che motivo c`era di scriverne un altro, dunque? a mio avviso non ce n`e` uno, ce ne sono due. comincio dal secondo: il ricavato di questo libro, detratte le spese sostenute dall`editore, andra` in beneficenza. il primo motivo: nell`abbagliante, stordente e caduco mondo dei media dominato da rapidita` e approssimazione, credo che la figura dello scrittore siciliano sia sottovalutata; va corretta. di riflettori puntati su di lui ce ne sono fin troppi, ma l`immagine che ne rimanda la televisione o la stampa e` parziale, banalmente personalistica, a volte paternalistica. se tralasciamo per un istante la produzione montalbaniana, divenuta suo malgrado quasi un prodotto di consumo, cosa rimane di andrea camilleri? tantissimo ancora: un uomo di grande rigore etico, onesta` e intelligenza, uno scrittore di grande talento, un intellettuale engage` ma non barricadero, un anziano ancora curioso e disponibile ad apprendere, un uomo colto che ha attraversato quasi un secolo di storia conoscendo di questa molti protagonisti, un individuo semplice con i suoi difetti, un regista tra i primi a portare in italia il teatro di beckett. in una parola, un saggio. (francesco de filippo) |