"la suddivisione tra quelli a cui piace l`albero di natale e quelli a cui piace il presepe, tra alberisti e presepisti, e` tanto importante che, secondo me, dovrebbe comparire sui documenti di identita`. il primo tiene in gran conto la forma, il denaro e il potere; il secondo invece pone ai primi posti l`amore e la poesia. tra le due categorie non ci puo` essere colloquio, uno parla e l`altro non capisce. quelli a cui piace l`albero di natale sono solo dei consumisti. il presepista invece, bravo o non bravo, diventa creatore e il suo vangelo e` natale in casa cupiello. i pastori debbono essere quelli di creta, fatti un poco brutti e soprattutto nati a san gregorio armeno, nel cuore di napoli, e non quelli di plastica che vendono al supermercato, e che sembrano finti; i pastori debbono essere quelli degli anni precedenti e non fa niente se sono quasi tutti scassati, l`importante e` che il capofamiglia li conosca per nome uno per uno e sappia raccontare per ogni pastore nu bello fattariello..." nessuno come luciano de crescenzo sa raccontare le storie che compongono una mitologia, sia essa dell`antica grecia o della nostra vita quotidiana. in questo nuovo libro ricostruisce con la consueta ironia le origini del presepe, da virgilio a eduardo, e ritrae a uno a uno i personaggi che lo compongono: dai re magi a cicci bacco, da benino al pastore della meraviglia. fino a quando, come in un basso napoletano, i pastorelli si metteranno a discutere, litigare, spettegolare... |