nella sonnacchiosa europa dei conservatori musicali, le notizie sulla "nuova" musica che in america gettava dalla finestra secoli di partiture e solfeggi venivano accolte dalla generale noncuranza di accademici e studiosi. solo in pochi capirono la dimensione di quello "scandalo", l`urto ritmato che avrebbe stravolto per sempre la faccia della musica. "swing: presenza africana e americana. fino a oggi, pero`, assenza europea" scriveva raymond queneau, e aggiungeva: "ma ecco delaunay, panassie`, vian, criel". gaston criel fu quindi tra i primi a proclamare al vecchio continente la rivoluzione del jazz, il "fuoco d`artificio contro l`artificio" dei vari king oliver, sidney bechet, bessie smith, lionel hampton, coleman hawkins, django reinhardt... pubblicato nel 1948, questo fortunato pamphlet, qui introdotto da una lettera di jean cocteau, maturo` negli anni del secondo conflitto mondiale, nel corso di un lungo periodo di reclusione che l`autore subi` per motivi politici dal 1940 al 1946. "gaston criel" spiega delaunay nella postfazione che chiude il volume "scrisse quest`inno di speranza e di fede durante la sua cattivita`, nelle stesse condizioni dei neri oppressi nelle piantagioni della louisiana, schiavo dei nazisti come le persone di colore lo sono ancora dei padroni bianchi americani. lontano dalle mode e dallo snobismo, e` nella purezza dell`uomo senza camicia che dorme sulle panchine che fu scritto questo canto alla gloria di una musica dell`uomo". |