spesso gli economisti hanno visitato il campo della criminologia, allo scopo di comprendere la logica razionale che si nasconde dietro i reati. quando gli economisti esaminano l`attivita` criminale danno per scontato che i rei vadano trattati come qualunque altro attore sociale che compia scelte razionali. in "i crimini dell`economia", vincenzo ruggiero restituisce la visita, passando in rassegna una varieta` di scuole del pensiero economico classico secondo una prospettiva criminologica. ciascuna di queste scuole, secondo lui, giustifica quando non incoraggia i delitti che sono il risultato dell`iniziativa economica. ruggiero analizza, tra gli altri, john locke e la sua nozione di proprieta` privata, il mercantilismo, i fisiocrati e malthus, nonche` le argomentazioni di david ricardo, adam smith, alfred marshall, john maynard keynes e del neoliberismo. in ciascuno di questi quadri teorici rintraccia la potenziale giustificazione di differenti forme di "crimini dell`economia". il libro, che si rivolge a chiunque si interessi di teoria sociale, di criminologia, di economia, di filosofia e di politica, compie un vero e proprio riesame della storia del pensiero economico, considerandolo alla stregua di una disciplina che, mentre si sforza di guadagnarsi la reputazione di scienza, in realta` mira a rendere accettabile la sofferenza sociale che produce. |