le parole servono a comunicare e raccontare storie. ma anche a produrre trasformazioni e cambiare la realta`. quando se ne fa un uso sciatto e inconsapevole o se ne manipolano deliberatamente i significati, l`effetto e` il logoramento e la perdita di senso. se questo accade, e` necessario sottoporre le parole a una manutenzione attenta, ripristinare la loro forza originaria, renderle di nuovo aderenti alle cose. in questo libro, atipico e sorprendente, gianrico carofiglio riflette sulle lingue del potere e della sopraffazione, e si dedica al recupero di cinque parole chiave del lessico civile: vergogna, giustizia, ribellione, bellezza, scelta, legate fra loro in un itinerario concettuale ricco di suggestioni. il rigore dell`indagine - letteraria, politica ed etica - si combina con il gusto anarchico degli sconfinamenti e degli accostamenti inattesi: aristotele e don milani, cicerone e primo levi, dante e bob marley, fino alle pagine esemplari della nostra costituzione. ne derivano una lettura emozionante, una prospettiva nuova per osservare il nostro mondo. chiamare le cose con il loro nome e` un gesto rivoluzionario, dichiarava rosa luxemburg ormai un secolo fa. ripensare il linguaggio, oggi, significa immaginare una nuova forma di vita. |