un`antica casa medioevale ormai degradata, un vasto cortile rinascimentale. e qui che il 16 ottobre del 1943 i nazisti arrestano piu` di trenta ebrei, un terzo dei suoi abitanti, tra i piu` poveri della comunita`. sono per lo piu` vecchi, donne e bambini. altri quattordici saranno catturati nei mesi successivi. questa e` la storia degli abitanti della casa e dei nove mesi segnati per gli ebrei romani da oltre duemila deportazioni. sono presi per strada, nel quartiere del vecchio ghetto da cui non si sono allontanati, nelle stesse case in cui sono tornati, nei negozi, perfino al bar. li arrestano soprattutto i fascisti, le bande autonome dipendenti direttamente da kappler mosse dall`avidita` della taglia, guidate dalle delazioni delle spie. tutto puo` accadere: sono l`avidita` e la crudelta` la norma della spietata caccia all`uomo. quando le spie indicano gli ebrei alle bande, un carrozzone si avvicina per far salire gli arrestati, liberarne alcuni, mandarne altri a morte, a seconda della convenienza e del capriccio. l`arbitrio era re nella roma di quei mesi. intorno, il caos piu` tremendo, nessuna forma di organizzazione, il vuoto, i bombardamenti, la fame, i rastrellamenti, le fosse ardeatine. il quartiere e` il teatro di questa caccia infinita, un teatro che attira come una calamita i suoi abitanti e i cacciatori, che conoscono le loro prede e sanno come e dove trovarle. |