di tutti i libri di bolano, "la letteratura nazista in america" e` certo il piu` intensamente, smodatamente, spudoratamente borgesiano - e anche wilcockiano, se si pensa alla "sinagoga degli iconoclasti". e insieme rappresenta, se cosi` si puo` dire, la quintessenza della "bolanita`". in apparenza, l`oggetto e` sobrio e rassicurante: un panorama degli scrittori filonazisti, di ognuno dei quali si traccia il percorso biografico e si da` conto della produzione; si descrivono perfino alcune opere, nonche` i rapporti intercorsi fra di loro, le riviste che li hanno ospitati, le case editrici che li hanno pubblicati, e alla fine del volume figurano un indice dei nomi e una bibliografia. eppure, quasi subito, ci accorgiamo che qualcosa non funziona: non foss`altro perche` almeno un paio risultano morti dopo il 2015. a poco a poco capiamo, in una sorta di vertigine, che nessuno di questi scrittori, poetesse, movimenti letterari, e` mai esistito, e che bolano sta costruendo sotto i nostri occhi un inquietante universo parallelo: del tutto plausibile e del tutto immaginario. ma non irreale. e allora che cominciamo a stare al gioco, e ad abbandonarci al flusso inarrestabile di quello che non e` solo uno scoppiettante divertissement letterario, ma soprattutto un susseguirsi di storie aberranti e al contempo esilaranti, e una galleria di mostri, spesso tremendamente comici. |