dopo "il cantore di storie" con questo nuovo romanzo rabih alameddine ci trasporta in libano, a beirut, e, all`inizio, in un vecchio appartamento della citta`. e qui che incontriamo aaliya, una donna di settantadue anni, i capelli tinti di blu, una traduzione da iniziare, forse, e una storia da raccontare. aaliya ci parla della sua vita: anni e anni dedicati a leggere i capolavori della letteratura mondiale per poi tradurli, in silenzio, per puro amore, senza che alcuna traduzione veda mai la luce della pubblicazione; mentre per le vie della citta` cadevano bombe e si udivano gli echi di una guerra capace di trasformare giovani pacifici in spie e assassini. una guerra che ha costretto una donna sola come lei, di professione libraia, appassionata di libri, a dormire con un fucile accanto al letto per difendersi da attacchi improvvisi. una guerra che ha costretto aaliya a rimandare l`appuntamento con l`amore. siamo cio` che leggiamo, disse un saggio, e aaliya e` questo: una creatura meravigliosa, fatta di carta, eppure viva, piena di umorismo, che si nasconde da tutto e tutti dentro una vecchia giacca di lana e dietro la letteratura, cercando nei libri l`amore che la sua famiglia non e` stata in grado di darle. |