"andare in asia, eh? so gia` cosa vi immaginate. qui sara` tutta una luminaria di illuminazioni, una visione di visioni, una rivelazione di cose che, altrove, non si rivelano. credete? mandate a girar per l`asia un professore nevrotico, diventato poi pensionato, poi gazzettiere, e il risultato sara` sensibilmente diverso. deprimente, diciamo". cosi` scriveva manganelli nell`irridente, paradossale risvolto destinato a spiazzare i potenziali acquirenti della nuova edizione, accresciuta di tutti i suoi nuovi orienti, di un libro apparso in origine nel 1974 (nel frattempo, fra il 1975 e il 1988 ai reportage da cina, filippine, malesia se n`erano infatti aggiunti numerosi altri: arabia, pakistan, kuwait, irak, di nuovo cina, taiwan). un`edizione che manganelli predispose minuziosamente pochi mesi prima di morire, nel 1990. ma perche` "deprimente"? perche` il lettore affetto da ansia di assoluto non avrebbe trovato ne` siddharta ne` un solo guru, "se non con fondotinta di imbroglione a fin di bene cosmico": et pour cause, essendo scopo precipuo dell`autore, semmai, quello di raschiare via un po` di anima. in compenso, avrebbe trovato - divertendosi, per di piu`, pazzamente - qualcosa di altrettanto prezioso: la chiave per comprendere "i modi ingegnosi in cui l`altrove si nasconde sotto l`apparenza dell`ovvio" e quanto meno intravedere le "linee del labirinto" che sono i nostri fratelli ignoti. |