in questa raccolta di poesie, carmen ya?ez sembra attraversare in un solo movimento l`ampio atlante che comprende la sua vita, dal sud america all`europa, senza mai staccarsi dai tenaci ricordi che la seguono. forse non ricorre a caso l`immagine della lumaca, animale antico che si porta addosso la sua casa e la sua storia, tutto quello che ha, e al suo passaggio depone "la scia della traversata, schiuma brillante della fuga". ma i ricordi, in queste liriche meditative, sospese in un`atmosfera quasi trasognata ("acque profonde, in cui si moltiplicano gli arcani"), sembrano proiettare ombre discrete, finalmente pacificate, che si allontanano dai demoni consueti - la dittatura, l`esilio - di questa poetessa capace di rara fermezza morale come di inconsuete vibrazioni d`amore. cosi` nascono versi che sarebbero piaciuti a garcia lorca: "era piena la luna quando tacque il suo amante? in quale pantano conficco` la spada?", sinopie che si aprono al colore, con un suggestivo rigore formale: "davanti a questo mare acceso di malve". su tutto, un`attenzione paziente alle cose, ai gesti, ai sentimenti quotidiani ("le onde piccole della pena"), che sono il segno di una riconciliazione con la vita, scrutata in una perplessa lontananza. |