ii libro e` un manifesto di resistenza botanica, personale e ironico, che partendo dalla polemica contro i giardini oggi di moda offre uno spaccato della nostra societa`. l`autore prende in considerazione i giardini dei collezionisti fanatici, ossessionati dalla rarita` e particolarita` delle specie al punto da scordarsi di trarre piacere dall`aspetto o dal profumo dei fiori; i giardini delle signore per bene, viziati da un`inventiva asfittica e meccanica, leccati e finti; i giardini miliardari, status-symbol e sfoggio di ricchezza, uno dei massimi esempi di non-giardino perche` chi lo possiede non ha un briciolo di passione, e si affida a professionisti dal nome inevitabilmente inglese, i garden-designer; i giardini moreschi, che hanno sostituito il giardino giapponese nel trend esotista occidentale... per fortuna, in questa valle degli orrori, ci sono anche piacevoli sorprese, come i giardini dei benzinai, quelle aiuole selvagge e imprevedibili, concimate dall`inquinamento, che per qualche bizzarria della natura danno vita a creazioni sorprendenti e toccanti. |