dice antonio tabucchi: "sono un viaggiatore che non ha mai fatto viaggi per scriverne, cosa che mi e` sempre parsa stolta. sarebbe come se uno volesse innamorarsi per poter scrivere un libro sull`amore". eppure, in "viaggi e altri viaggi" ci sono i luoghi del mondo, un mondo sufficientemente grande per non essere quel "villaggio globale" che vorrebbero i sociologi e i mass media. vi entrano "alla rinfusa" la lisbona di pessoa, il brasile distante dalle mete obbligate di congonhas do campo, la madrid dell`escorial, il jardin des plantes a parigi, l`australia di hanging rock, la se`te di paul vale`ry, e poi creta, la cappadocia, il cairo, bombay, goa, kyoto, washington. tabucchi ci accompagna con sovrana gentilezza a conoscere e a riconoscere i luoghi di una mappa singolare, certo, ma condivisibile attraverso la lingua familiare del racconto. una mappa che si apre volentieri ad "altre" forme di viaggio la rassegna delle citta` fantastiche degli scrittori, le letture di stevenson, la misteriosa frase di uno zio davanti agli affreschi del beato angelico, le montagne di eca de queiros, l`egitto di ungaretti, l`evocazione dell`amazzonia attraverso un grande libro come il ventre dell`universo. nell`uno e nell`altro caso - nei viaggi effettivi e in quelli evocati dalla letteratura - tabucchi ci invita a vedere e a restare, a muoverci e a ritornare. ogni volta l`appuntamento e` una sorpresa, perche` il mondo e` sempre un altrove, una scoperta di noi stessi attraverso gli altri. |