diego de silva fa un passo a lato, si allontana dalle irresistibili vicende di vincenzo malinconico e ci regala una semplice storia d`amore. semplice per modo di dire, perche` la scommessa e` tutta qui: nel nascondere la profondita` in superficie, nel tratteggiare desideri e dolori, speranze e rovine, con poche parole essenziali, dritte e soprattutto vere. perche`, come diceva fanny ardant ne la signora della porta accanto, solo i racconti scarni e le canzoni dicono la verita` sull`amore: quanto fa male, quanto fa bene. solo li` si cela l`assoluto. cosi de silva prende i suoi due personaggi e li osserva con pazienza, li pedina, chiedendoci di seguirlo - e di seguirli - senza fare domande. irene vuole essere felice, e quando il suo matrimonio inizia a zoppicare se ne va. nicola e` solo, confusamente addolorato dalla morte di una donna che aveva smesso di amare da tempo. anche lui, come irene, e` mosso da un`assoluta urgenza di felicita`. anche lui vuole un amore e sa esattamente come vuole che sia fatto. sarebbero destinati a una grande storia, se solo s`incontrassero una volta nel bistrot che frequentano entrambi. ma il caso vuole che ogni volta che nicola arriva, irene sia appena andata via. se le vite di nicola e irene non s`incontrano fino alla fine, le loro teste invece s`incontrano nelle pagine di questo libro: i pensieri, le derive, il sentire si richiamano di continuo, sono ponti gettati verso il nulla o verso l`altro. forse, verso l`attimo imprevisto in cui la felicita` finalmente abbocca. |