tra la fine dell`ottocento e l`inizio del novecento si afferma in italia la teoria razziale dell`inferiorita` del mezzogiorno. nonostante l`opposizione di numerosi studiosi, questa teoria si diffuse come linguaggio funzionale all`ideologia dei ceti dominanti italiani e stranieri. ma il pregiudizio antimeridionale non e` scomparso e anzi alimenta ancora oggi, in vecchie e nuove forme, le istanze separatiste e antiunitarie. la spiegazione razziale dell`inferiorita` morale e sociale dei meridionali, che si richiamava alle teorie di niceforo e di lombroso, costitui` l`esito piu` paradossale di una continua e sistematica negazione dell`altro. la teoria della "razza maledetta" fu denunciata da numerosi meridionalisti come un "romanzo antropologico" e una comoda scorciatoia per spiegare le differenze tra nord e sud. questa narrazione influenzo` le posizioni di magistrati, medici, psichiatri, politici e, piu` in generale, l`opinione pubblica del nord. essa fini` col generare un sentire comune e diffuso, all`origine di stereotipi ancor oggi operanti. nell`aspro dibattito, documentato nel volume, tra studiosi di matrice positivista e meridionalisti (niceforo, sergi, colajanni, rossi, ciccotti, lombroso, salvemini, fortunato) affiorano termini e problemi che tornano oggi a segnare l`attualita` sociale e politica. |