in questo piccolo gioiello c`e` in nuce tutto bernhard: qui si ride, ci si commuove e si pensa. il racconto che da` l`irriverente titolo al volume vede il titano, ormai allo scorcio della vita, in fase di bilanci. ha capito che la letteratura conta poco o nulla, e non gli resta che un unico desiderio: incontrare wittgenstein. convoca dunque a weimar il filosofo, innescando una serie di esilaranti peripezie. figura centrale nell`opera di bernhard, montaigne svetta nella seconda prosa, dove vediamo un giovane angariato dai genitori rifugiarsi nella torre avita e trovare li` l`unica alternativa all`orrore familiare: i libri, e nella fattispecie i libri di montaigne. se la famiglia e` il luogo del castigo, della reclusione, dell`odio, della distruzione psicofisica, la torre, la biblioteca, i filosofi sono l`unica salvezza. ilare e straziante e` il terzo racconto, in cui due amici si incrociano in una stazione ferroviaria. e uno dei due si lascia andare a un continuo, trascinante "ti ricordi...?": ecco allora risorgere l`infanzia e genitori sadici, amanti della montagna, che costringono la prole ad arrampicarsi a ora antelucana, bardata con calzettoni e berretti rossi (per non sfuggire al soccorso alpino...). e se la madre, dispensatrice di ceffoni fisici e morali, pizzica sulla vetta la sua ridicola cetra, il padre affida a un album da disegno oscene vedute alpestri. a suggellare il congedo dai genitori sara` un grande falo` di calzettoni rossi. |