"fra i grandi critici della sua generazione, pedulla` e` stato il piu` agitato e insieme il piu` disincantato critico. davvero uno "sciamano che ride", come nel primo capitolo di questo libro: e che nel riso ha per tempo trovato la chiave d`accesso allo scrigno che racchiude il tesoro del godimento letterario. se gli anni cinquanta erano stati quelli della formazione e i sessanta quelli di un insonne apprendistato alla scrittura, sono senz`altro gli anni settanta quelli aurei, sciamanicamente sulfurei, di pedulla` scrittore-critico. e nel `75 l`estrema funzione gia` dalla struttura tipografica "a due piani" alludeva alla dialettica tra "centro" e "periferia" concettualmente cosi` cara all`autore. una dialettica che non ha mancato di trasmettere, come un virus, ai suoi numerosi discepoli. quegli anni che oggi si fa a gara nel descrivere come monocromi plumbei, traboccavano in realta` di colori: pop e concettuali, "poveri" e neobarocchi, dandistici e dadaisti. e l`estrema funzione e` un loro vertiginoso caleidoscopio. certo, la violenza dell`estremismo c`era: e decretava che era finito il tempo della letteratura, che essa meritava d`essere messa a morte. lo sciamano, allora come oggi, rispondeva con un sorriso." (andrea cortellessa) |