"spaesati" racconta le storie di un`italia al contrario, dal basso e ai margini, che pero` resiste, reclamando per se` una cittadinanza piena, estesa a tutte le latitudini. sono territori in sofferenza, quelli che emergono da un narrare in presa diretta, eppure mandano segnali autentici di cambiamento: li`, fra le rovine di un passato ancora attivo (con il suo carico inevaso di domande rivolte all`oggi) mentre crescono, tutto intorno, le macerie di un presente in pesante ripiegamento. sembra indicarlo la sequela dei capannoni industriali inerti e delle aree dismesse che si allargano nel cuore delle citta`: simboli, queste "nuove rovine", di una promessa tradita di futuro. un ritorno al paese che non c`e`: dalle catene alpine del cuneese che hanno ospitato, nella vecchia borgata di paraloup, le prime formazioni partigiane, alle cascine diroccate del cremonese, fondali antichi delle battaglie dei braccianti tra otto e novecento, sostituiti sempre piu` da mungitori indiani; dall`aquila dolente del dopo terremoto alle comunita` in movimento dell`irpinia solcata dalle pale eoliche. fino, procedendo ancora verso sud, ai paesi in abbandono dalla locride, laboratori virtuosi come riace e caulonia, che hanno saputo accogliere i nuovi profughi dal mediterraneo in guerra. |