e come se portasse il destino nel nome, signorina: suo padre, capostazione in un piccolo paese di provincia, l`ha chiamata cosi` ispirandosi al soprannome di una locomotiva di straordinaria eleganza. e creare eleganza, grazia, bellezza e` il suo talento. un giorno dal treno sbuca un omino con gli occhi a mandorla e, con pochi semplici gesti, crea un vestitino di carta per la sua bambola. l`omino scompare, ma le lascia un dono, un dono che lei scoprira` di possedere solo quando una sarta assistera` a una delle sue creazioni. potrebbe essere l`atto di nascita di una grande stilista, ma ci sono il fascismo, la poverta` e gli scontri in famiglia, le responsabilita`, i divieti e poi la guerra... e signorina poco a poco rinuncia a parti di se stessa, a desideri e aspirazioni, soffocando anche la propria femminilita`, con una generosita` istintiva e assoluta. e quando infine anche lei, quasi all`improvviso, si scopre donna e conosce l`amore, il sogno dura comunque troppo poco, sopraffatto da nuovi doveri e nuove fatiche, e dalla prova piu` difficile: un figlio nato troppo presto e nato malato, costretto a "succhiare aria" intorno a se` come un ciclista in salita. nonostante i binari della ferrovia siano ormai lontani e la giovinezza lasci il posto a una maturita` venata di nostalgia, ancora una volta signorina sfodera il suo coraggio e la sua determinazione al bene e lotta per far nascere suo figlio una seconda volta, forte e capace di respirare da solo. |