"il cranio di ossidiana" e` una celebrazione dell`arte del secolo pronunziata davanti alle spoglie del piu` grande artista del secolo; una meditazione su picasso, sulla sua morte, sulla vita delle forme. il genere dell`orazione funebre, cosi` ridotto nella pratica moderna, ritrova in queste pagine la sua intensita` e la sua severita`. inoltre, la celebrazione mostra qui di saper assolvere ai compiti dell`analisi. un picasso nuovo ci viene incontro da queste pagine; le opere di cui piu` si parla, ne "il cranio di ossidiana", non sono le piu` divulgate; e` il picasso scultore, e` il picasso spasmodico delle ultime stagioni che malraux splendidamente difende, illustra, giustifica; non l`artista di una gioventu` blu e rosa, non l`annunciatore dell`ordine cubista, ma lo scatenato creatore di forme che, in un`opera colma di derisioni, seppe esprimere il sacro di un`epoca senza sacro. il museo dell`uomo contemporaneo quello che malraux chiama il museo immaginario - si e` infinitamente dilatato dai tempi di ce`zanne: esso include ormai non solo le arti dell`occidente, le arti orientali, quelle arcaiche, ma anche l`esplosivo, irriducibile pandemonio delle arti selvagge (africa, oceania...); piu` di ogni altro, picasso ha, con la sua opera, mediato e giustificato per noi quegli stili, di paura ed esorcismo; commemorando lui, malraux commemora l`occhio di un secolo e quel che l`occhio vide. |