"se c`e` una parola che mi pervade l`animo quando penso a o, questa e` pudore. sarebbe troppo arduo motivarla. e quel vento che corre incessante, che attraversa tutte le stanze. cosi` soffia anche in o uno spirito, non saprei dir quale, sempre puro e violento, senza tregua, senza ombre. uno spirito decisivo, che nulla puo` turbare, ne` i sospiri ne` gli onori, ne` l`estasi ne` la nausea. l`"histoire d`o", dall`inizio alla fine, procede come un`azione travolgente. evoca un discorso piu` che una mera effusione; una lettera piu` che un diario intimo. ma a chi e` indirizzata la lettera? e chi vuole persuadere il discorso? a chi domandarlo? non so neppure chi lei sia. che lei sia una donna, non lo dubito minimamente. non tanto per i particolari che si compiace di descrivere: le vesti di satin verde, i corsetti, le gonne arrotolate piu` volte, "come un ricciolo su un bigodino". ma per il fatto che o, il giorno che rene le infligge nuovi supplizi, mantiene una sufficiente presenza di spirito per osservare che le pantofole dell`amante sono sgualcite, bisognera` comperargliene di nuove. ecco quel che mi sembra pressoche` inconcepibile. ecco quel che un uomo non avrebbe mai notato e, comunque, non avrebbe mai osato dire." (jean paulhan) |