julien ries, storico delle religioni mediorientali, avvicinatosi agli ambienti degli studi preistorici e dell`arte rupestre ha potuto applicare anche alla preistoria il concetto di "homo religiosus" mutuato da mircea eliade. in accordo con il paleoantropologo yves coppens, per ries l`uomo, dalla sua apparizione sul pianeta 2,5 milioni di anni fa (homo habilis), e` "homo religiosus". il presente volume approfondisce nella prima parte il tema di come si possa ravvisare l`"homo religiosus", di come si sviluppi il rapporto col sacro e con le sue costanti: il mito, il simbolo e il rito, e infine di come l`uomo concepisca la presenza dell`aldila`. la seconda parte spiega, con i dati dell`archeologia, come, pur non potendo identificare tutta la complessita` delle forme religiose della preistoria, noi constatiamo lungo centinaia di migliaia di anni la presenza dell`attivita` simbolica, mitica e rituale da parte dell`uomo. "homo habilis", "homo erectus", "uomo di neandertal", "homo sapiens" ci mostrano diverse forme di capacita` simbolica e di religiosita`. clamorose infine l`arte rupestre e le pitture delle caverne, dai 40.000 anni fa del paleolitico superiore al neolitico e all`eta` dei metalli. se un chiaro senso delle divinita` appare con la sedentarizzazione intorno ai 10.000 anni a.c, le grandi religioni fanno la loro comparsa nel mondo mesopotamico. prefazione di fiorenzo facchini. |