discepolo di gualtiero marchesi e alain ducasse, davide oldani e` a sua volta diventato un maestro. un maestro molto particolare, come dimostra questo libro. piuttosto che lasciar cadere dall`alto sapere ed esperienza, oldani sembra porgere dell`uno e dell`altra la condivisibilita`, i princi`pi (semplici, di buonsenso) che e` venuto, quasi automaticamente, scoprendo lungo la strada percorsa. oldani pensa a una cucina di ingredienti non inutilmente costosi, pensa a posate disegnate perche` siano utili, a sedie e tavoli che siano comodi, a spazi fra tavolo e tavolo che stabiliscano, se e` il caso, relazioni ma non impongano eccessiva vicinanza. lui che ha imparato la vastita` degli oceani, lui che ha appreso la peculiarita` delle cucine internazionali, ci dice come tornare con leggerezza ai piatti tradizionali rinnovandoli dall`interno. oldani ci parla, in questo libro, di princi`pi condivisibili, di modelli comportamentali e imprenditoriali di grandissima essenzialita`. ci racconta di uno chef che non solo sta in cucina ma la pulisce quando e` il caso, che sta dove si inventano i piatti con lo sguardo di un solerte padrone di casa. che si trova a suo agio nella lode alla leggerezza di calvino e la traduce nell`armoniosa affabilita` dei sapori. |