"nominare le cose: e` questo il principio di ogni scrittura; ma la coltre delle parole presto si complica, s`infeltrisce, si appesantisce; solo in rari casi una prosa di forma semplice sa preservare le tracce, la vibrazione emotiva del primo sfiorarsi e aderire tra l`oggetto e la sua parola, tra la parola e il suo oggetto. e quel che accade nelle pagine de `il supplente`: puccinelli nomina le cose, il mondo, perche` ha paura che spariscano, lasciando spazio al disagio e alla malattia psichica; li nomina come se li tastasse, per accertarsi che siano veri, con trepidazione, delicatezza e terrore. muovendo da un fondo di desolazione, la letteratura si mostra qui nella sua forma piu` nuda ed emozionante, piu` vera e inerme: in atto di nascere, come gemma e germoglio." (giovanni mariotti) |