aristide e` un anziano enigmatico, cui un tempo era affidata la manutenzione dell`ex ospedale psichiatrico di mombello. l`uomo, dal profondo della sua cecita`, sa riconoscere ogni corridoio, ogni stanza, ogni giardino che circonda l`ex manicomio. ma sa soprattutto distinguere tutte le voci che lo popolano, come spiega al fotografo giunto a mombello in cerca di materiali per il suo nuovo libro. una di queste voci e` quella di diavolindo latini, un giovane anarchico, disadattato e ingenuo, che in una cupa giornata del gennaio 1921 esplose cinque colpi nel centro di milano, uccidendo un suo compagno di militanza e ferendo un ufficiale di polizia. e le voci del cimitero degli anarchici rievocano quei giorni e gli anni che seguirono: il processo, la perizia psichiatrica, l`internamento e la liberazione dell`anarchico, e sullo sfondo la sua ossessione per una figura materna desiderata e assente. cio` che ne scaturisce e` un quadro vivo, in cui la storia, i documenti e l`immaginazione si incontrano, si fondono e si fanno testimonianza di un`epoca, ma soprattutto di un`anima. |