ferragosto di fuoco per l`ispettore stucky: in gita tra le colline del prosecco con le belle vicine di casa, si sveglia in un letto non suo, in posizione non consona. unica certezza, le stelle. di ritorno a treviso, cercando conforto tra i calici, trova il suo oste di fiducia malinconico: non si capacita del suicidio plateale del conte ancillotto, fornitore di vini d`eccellenza. perche` dovrebbe suicidarsi, un uomo che ama le donne, camminare, guardare il fuoco e, naturalmente, il vino? mentre stucky indaga a modo suo, conversando con la governante, l`amante a cottimo e il prete, piomba in paese celinda salvatierra, tellurica come le terre andine da cui proviene. i l`unica erede del conte ancillotto, e semina il panico tra i viticoltori minacciando di sradicare le vigne per impiantare filari di banani a perdita d`occhio. in una notte di temporale, tre colpi di pistola si confondono con i tuoni. l`ingegner speggiorin, direttore del cementificio, cade nel fango per sempre. stucky intravede i soliti intrighi mondani dietro queste morti innaturali corna, rivalita`, vendetta - ma sa che la vera risposta e` nei gas, nel vento. nelle bollicine del prosecco, nella polvere che si innalza dai camini del cementificio e si posa su insalate, acque, grappoli dorati. nella ruggine che il matto del paese gratta sulle tombe dei concittadini, impartendo benedizioni, ma anche "fra-gnoccole a destra e a sinistra con palo di robinia..." |