il mondo di tony pagoda e` grande, non si lascia contenere da un solo libro. e cosi` eccolo di nuovo, presentato dall`ex cognato ughetto de nardis. ughetto parla di "nuove esperienze" che a lui non sono piaciute per niente. noi possiamo, con pagoda, parlare di vecchi e nuovi amici, di tutti gli incontri che tony ha continuato ad avere nel mondo che piu` gli piace, quello compreso fra lo spettacolo di chi fa spettacolo e lo spettacolo delle vite pubbliche. fabietto e carmen russo, il mago silvan e tonino paziente, maurizio costanzo e jacqueline o`rourke. ogni occasione e` buona per far mostra di una copiosa morale dell`assurdo che e` diventata cifra stilistica, segno inconfondibile. tony pagoda non teme la risata, non teme la lacrima, non teme la sprezzatura, o lo sfotto`. con lui ci facciamo portare dentro un`umanita` che mai avremmo visto cosi`, con cui mai avremmo pensato di compatire. ma questa volta e` come se la voce di tony raddoppiasse in quella del suo creatore, che infatti sentiamo arrivare, piu` si avvicina il congedo, ad aprirsi un varco, a lasciare un`impronta. interprete del nostro tempo, tony pagoda e` pur sempre il protagonista, lui e le sue tirate, come falstaff: "l`umanita`, dunque, e` miserabile. non si discute su questo. eppure, non e` stato inventato ancora niente di meglio. perche`, quando si palpita, si palpita. tutte le emozioni della vita non hanno senso. si addizionano tra loro, incongrue, per accumulo. compongono la vita, come una lista della spesa. e questo, infine, e` il senso". |