"je suis comme je suis" ci avverte jacques pre`vert prima di offrirci i suoi versi disparati e sorprendenti tanto da sembrare una variegata collezione di dischi a cui ognuno e` libero di attingere secondo il proprio capriccio o umore. non si presenta ne` come un poeta-vate, ne` come un poeta-eroe, ne` tanto meno come un poeta-professore esteta e umanista, ma come un uomo che si rivolge alla gente nel suo stesso linguaggio, con una sorta di "poesia parlata", piena di composizioni a scatole cinesi, giochi di parole, doppi sensi ricavati dal cuore di etimologie arbitrarie, falsi proverbi e soprattutto lo fa in argot. e per questo che l`"anti-poesia" con cui celebra i piccoli e grandi piaceri della vita - il bacio in un mattino d`inverno al parc montsouris, a parigi, i suoi ponti e i suoi vagabondi, le sue belle ragazze, i suoi fiori, i suoi bambini, le vrai soleil -risulta cosi` familiare e il lettore, ancora oggi, riesce a trovare in queste pagine sollievo e piacere. con uno scritto di vittorio sereni. |