in una lettera a stefan zweig, joseph roth annunciava di avere in cantiere "il romanzo della sua infanzia", destinato ad assumere le dimensioni di un`opera autobiografica "d`ampio respiro". e destinato, secondo l`ultima compagna dello scrittore, a diventare il suo libro piu` pregevole. il progettato romanzo, in realta`, non vide mai la luce. ma il torso che ci e` rimasto, "fragole" trovato fra le carte inedite -, si presenta di fatto come un`autentica, incantevole novella. una novella popolata di sarti, vetrai e ciabattini colti nel natio shtetl galiziano, in uno scenario fatto di distese innevate e di neri stormi di coni sui campi dalle stoppie dure e pungenti sotto i piedi nudi. alla ricerca della sua terra perduta, con il sapore delle fragole di bosco che richiama un intero universo, roth riesce a salvare la memoria di una mitica heimat. e non meno preziosa, anche se agli antipodi per ambientazione e tenore, e` l`altra novella raccolta in questo volume, perlefter, storia e satira di un borghese ipocondriaco, irresistibile antieroe che sogna avventure grandiose, laddove le sue sono solo meschine e da tener segrete. abitate da una galleria di personaggi degna di gogol` e dickens, ambientate nella vienna dell`ebraismo assimilato, tra cafe` chantant, club esclusivi e sontuosi hotel, o in lontane province trasognate, sono pagine in cui ritroveremo, con gioia, il roth dei suoi libri piu` amati. |