non si puo` dire che il moderno sia veramente nato finche` baudelaire non comincia ad annotare le stenografie del suo . qui, perduta l`antica cornice del verso, parla solo una lingua dei nervi, ogni riga e` un sussulto, un tremore della sensibilita` e dell`intelligenza, mescolate senza rimedio. poe e joseph de maistre furono i padrini metafisici di quella lingua, in una accorta commistione di satanico e di celeste. ogni tasto che baudelaire sfiora, e fosse anche per produrre il suono piu` stridente, e` qualcosa che continua a toccare noi tutti, , che abbiamo imparato a riconoscere in lui un . queste pagine non sono un , che poggi sulla tranquilla convenzione di un io. il dandy e il teologo, il poeta assillato dai debiti, il cronista della betise, l`allegorista: sono questi i personaggi, tutti interni a baudelaire, che qui, volta a volta, lanciano i loro , folgorazioni intermittenti che traversano il cielo fosco della grande citta`. sono segnali rapidissimi, ma non si cancellano dalla memoria. questo e` il libro che, oggi come ieri, ogni sedicenne dovrebbe portare in tasca. aprendolo, vi leggerebbe, per esempio: . |