marsilio ficino (1433-1499) e` tra i maggiori filosofi del quattrocento. dalla personalita` complessa, egli fu insieme medico, astrologo, teologo, filologo e filosofo, fine traduttore e interprete e sottile pensatore, tanto votato alla piu` astratta speculazione dialettica, quanto consacrato all`impegno presbiterale, secondo una particolare visione del rapporto tra ricerca filosofica e dignita` sacerdotale, fondata sull`unita` di sapientia e religio. se gli va ascritto il merito di avere, alle soglie dell`eta` moderna, offerto al mondo latino la conoscenza dei testi fondamentali della tradizione platonica greca, che ebbero sulla coscienza occidentale un influsso equiparabile a quello esercitato dalle opere di aristotele sul pensiero medioevale del xiii secolo, nondimeno va riconosciuto che, assumendosi consapevolmente e pienamente il compito di affiancare alle traduzioni che andava svolgendo i necessari strumenti ermeneutici, quali introduzioni e commentari, da un lato egli seppe realizzare una sintesi dottrinaria che assurge alla dignita` di un autentico sistema filosofico; dall`altro concorse in modo decisivo alla "nascita" di una nuova immagine e di un nuovo linguaggio della filosofia, non piu` patrimonio esclusivo dei magistri, ma presente e operante nella cultura di letterati e filologi, storici e uomini politici e, addirittura, di un nuovo ceto di tecnici e artisti, contribuendo alla fine dell`egemonia aristotelica in seno alle universita`. |