i bambini fanno domande. a volte imbarazzanti, stravaganti, definitive. vogliono sapere perche` nasciamo, dove andiamo dopo la morte, perche` esiste il dolore, cos`e` la felicita`. e gli adulti sono costretti a trovare delle risposte. e un esercizio tra la filosofia e il candore, che ci obbliga a rivedere ogni volta il nostro rassicurante sistema di valori. perche` non possiamo deluderli. ne` ingannarli. siamo stati come loro non troppo tempo fa. dell`invecchiare, dell`essere fragili, inadeguati, perfino del morire parliamo ormai di nascosto. ai bambini e` negata l`esperienza della fine. la caducita`, la sofferenza, la sconfitta sono fonte di frustrazione e di vergogna. l`estetica dell`eterna giovinezza costringe molte donne nella prigione del corpo perfetto e le inchioda dentro un presente mortifero, incapace di darci consolazione, perfino felicita`. in questa intensa, sorprendentemente gioiosa inchiesta narrativa, concita de gregorio ci chiede di seguirla proprio in questi luoghi rimossi dal discorso contemporaneo. funerali e malattie, insuccessi e sconfitte, se osservati e vissuti con dignita` e condivisione, diventano occasioni imperdibili di crescita, di allegria, di pienezza. perche` se non c`e` peggior angoscia della solitudine e del silenzio, non c`e` miglior sollievo che attraversare il dolore e trasformarlo in forza. |