ritornato in patria dall`esilio danese, ce`line si scatena in una vendetta satirica che sembra sfidare a viso aperto le potenzialita` estreme della letteratura. l`uomo che nel 1952 torna a parigi e` un personaggio imbarazzante, l`autore dei famigerati libri antisemiti, ma deciso a riprendere il suo posto nelle patrie lettere. e lo fa attaccando tutto e tutti, sfrenando il suo portentoso talento affabulatorio. il racconto deflagra rapidamente, ripercorre i momenti salienti di un`intera vita: l`infanzia al passage choiseul con la madre merlettaia, le sfilate con i corazzieri, le ferite di guerra, l`africa, il vecchio mestiere di medico dei poveri, la prigionia in danimarca, le persecuzioni vere e presunte. un inferno ribollente di voci, urli, rumori primordiali da cui si salva, unico campione di una umanita` non degradata, la moglie arlette-lili`. "al principio era l`emozione... ho voluto una prosa che nasce come la musica, senza mediazioni": cosi ce`line in una intervista di quegli anni. ancora una volta, il suo e` un jazz arrischiato su ogni oggetto capace di produrre suono, fra borborigmi, onomatopee, percussioni inaudite. una sfida immane anche per un maestro di versioni ce`liniane come giuseppe guglielmi, che coinvolge apertamente i lettori: "prima di tutto c`e` la vostra ignobile maniera di leggere... fissate manco una parola su venti... guardate lontano, stremati...". |