lo conoscono, loro, quel male. lo conoscono da dentro. e adesso di mafia, di camorra, di `ndrangheta vogliono parlare, o meglio vogliono scrivere. sono gli studenti e i ragazzi che alzano la mano, in classe come in famiglia. si chiedono perche` i mafiosi opprimono le persone che lavorano onestamente e come riescono a dormire tranquilli, sapendo di fare del male a tanta gente. come hanno potuto le mafie diventare cosi` potenti, al sud e al nord, tanto che oggi pochi sembrano in grado di fare a meno dei loro soldi e dei loro voti. se c`e` un pezzo di stato dietro le morti di falcone e borsellino, o perche` la chiesa non insiste su questi temi con la stessa veemenza con cui si scaglia contro il divorzio e l`aborto. il magistrato nicola gratteri e il giornalista antonio nicaso, da sempre impegnati nella lotta alla mafia, hanno raccolto le lettere di questi ragazzi e adolescenti dalle quali emergono paura, rabbia, desiderio di rivalsa e ribellione contro l`illegalita`, e solo raramente sconforto e rassegnazione. per tutti loro la mafia non e` piu` un tabu` da rispettare in silenzio per quieto vivere o vigliaccheria, ma "un letto pulcioso" che infesta il paese, un "tanfo di stalla" che ammorba l`aria e che "si arrimina nella pancia come un animale inferocito". e un segnale confortante quello lanciato da questi ragazzi con la loro scelta di non tacere, perche`, come diceva paolo borsellino, "se la gioventu` le neghera` il consenso, anche l`onnipotente e misteriosa mafia svanira` come un incubo". |