il ritorno in patria di un americano a lungo vissuto in europa, new york nella convulsa trasformazione primo novecentesca, gli incerti confini della realta` psichica: con questi ingredienti henry james scrive "l`angolo bello" (1908). cosa sarebbe stato del maturo espatriato se non avesse abbandonato new york? questa questione innesta un ossessivo inseguimento di un possibile altro da se` tra le mura di una bella casa avita, abbandonata da tempo, vuota di famigliari e suppellettili, ma ricca di echi del passato, intatta pur nell`assedio di demolizioni e nuovi, sovrastanti grattacieli. nelle ampie stanze silenziose il protagonista ricerca non un fantasma del passato ma una apparizione del presente, un essere contemporaneo che, angosciosamente e minacciosamente, pare prendere corpo in una scrittura che scivola nella presa diretta di un qualcosa che sta per accadere e infine accade: le due personalita` del protagonista si confrontano, e il confronto coinvolge mondi opposti, europa e america, passato e presente, agiati ozi e feroce competizione finanziaria, e, infine, si profila l`incubo della sopraffazione da parte di un "oscuro straniero", un altro da se` per destino, volonta` e storia. ne "l`angolo bello" james spinge il racconto verso l`esplorazione di uno stato psichico al limite del conoscibile, e il brivido dell`ignoto modernamente si affina nella verosimiglianza della sua resa. |