dal giugno del 1950 al luglio del 1971 (per il 1972-1973 non ci restano che itinerari di viaggio) hannah arendt annota pensieri e appunti in 29 quaderni ai quali si riferira` col termine inglese notebooks (o, secondo una comunicazione orale di lotte kohler, col termine tedesco denktagebuch, diario di pensiero). non di diari in senso tecnico si tratta, ma di quaderni di lavoro, in cui i temi fondamentali del suo pensiero si confrontano di volta in volta con gli autori che piu` ne hanno segnato la formazione e lo svolgimento, da platone a kant, da aristotele a marx, da hegel a kafka. decisiva e`, nei quaderni, la presenza degli amici e maestri, di jaspers, mary mccarthy, del marito heinrich blucher, ma soprattutto di martin heidegger. cio` che fa di questi quaderni un documento assolutamente incomparabile e` non soltanto che essi ci permettono di penetrare nell`officina di pensiero di arendt e di seguirne come su un giornale di bordo insistenze e deviazioni, arresti e accensioni, "presagi e ripensamenti"; ma soprattutto che, al di la` dello spazio pubblico a cui siamo abituati ad associare il pensiero di arendt, essi ci introducono in una dimensione ne` pubblica ne` privata. |